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Beata Elisabetta della Tinità

1880 - 1906

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Nata il 18 luglio 1880 nel campo militare di Avor, dove il padre J. Catez prestava servizio, viene chiamata Elisabetta, per lei significa «Casa di Dio». Molto vivace, irascibile e collerica, con volontà tenace e cuore d’oro, si presenta come un luogo di contrasti. Dio però vive in lei e alla Prima Comunione decide «di non amare che Lui e di non vivere che per Lui».
Rimasta presto orfana di padre, si lega ancora di più alla madre e alla sorella. Studia pianoforte ed afferma: «Quando non posso più pregare, suono, è per Dio!».
A quattordici anni emette il voto di verginità e si sente invasa da Dio. Durante il ringraziamento della comunione, Elisabeth sente dentro di sé la parola «Carmelo». Vive però una vita sociale intensa, ricca di amicizie e viaggi.
Nel 1900 P. Vallée le spiegò l’inabitazione dei «Tre» ed Elisabetta visse più intensamente: «É così bella questa presenza di Dio! É laggiù in fondo, nel cielo della mia anima, che amo trovarlo, perché non mi abbandona mai. ‘Dio in me, io in Lui’. Oh, è la mia vita!...».
Entrò nel Carmelo di Digione nel 1901 perché sapeva che «per le anime non ci sono distanze né separazioni. Questo è proprio la realizzazione della preghiera di Cristo: “Padre, che essi siano consumati in uno”».
Con l’abito carmelitano ricevette il nome di Elisabetta della Trinità, «dei Tre» e volle vivere da «Laudem gloriae». Il 21 novembre 1904, di getto, compose la ormai celebra elevazione «O mio Dio, Trinità che adoro». Sempre stata lenta, impacciata nei lavori, nel 1905 si sentì debole, stanca e la diagnosi fu netta: morbo di Addison: «Il Signore vuole che sia per Lui una ‘umanità aggiunta’ nella quale Egli possa ancora soffrire per la gloria del Padre, per correre incontro ai bisogni della sua Chiesa».
Interiormente Elisabetta vive nell’oscurità: «Madre mia, ci sarebbe da credere che Dio non esista». Colpita da dolori acuti fisici e dalla stretta interiore, Elisabetta entra in ritiro e ci lascia pagine cristalline. Muore il 9 novembre 1906, sarà beatificata il 25 novembre 1984.

Beata Elisabetta della Tinità: Testo
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